MA TU CHE TIPO DI YOGA FAI?

– “Ma tu che tipo di #yoga fai?”.- “Uno yoga per cui puoi anche restare ad osservare, senza fare”.Molti si stupivano, non comprendevano e glielo leggevo sul volto: <Ma come?! Io voglio fare stretching>, <Io vinyasa>, <Io Raja>, <Io Hatha>, <Io Nada>, <Io pranayama>.E dunque: la prima parte della lezione è di riscaldamento, poi faremo le (o gli) asana tradizionali, poi pranayama, ed infine #meditazione e rilassamento; ed ecco che il confine ha segnato la mappa, che ho sezionato la mia pratica come fosse una visura catastale con tanto di particella, sub, area e classe energetica.La pratica, al contrario, insorge, diviene, si muove, respira, suona e medita con la stessa energia del movimento a spirale dell’Universo, ed allora davvero c’è necessità che io separi l’asana tradizionale dal gesto della mano che carezza il capo? Posso davvero ritenere che questi movimenti – se vissuti con la consapevolezza del muscolo, del movimento energetico, della gratitudine e della fluidità del divenire cosmico, non siano yoga essi stessi? Posso ritenere che la prestazione più impegnativa sia più yogica della falange della mano che sfiora l’acqua, o che questo gesto non sia addirittura yoga esso stesso?Come dirsi: “Ecco, ci sono, insieme al Tutto”.Cuore, muscoli, respiro e spirito.

cit.

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