Numerose ricerche scientifiche confermano l’efficacia dello yoga nella cura alla depressione e la stessa filosofia di accettazione insita in questa pratica può aiutare ad acquisire una maggiore capacità di gestione dello stato depressivo. Il perché ce lo spiega il dott. Michael Tompkins, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale presso il San Francisco Bay Area Center for Cognitive Therapy: egli sostiene che quasi tutte le persone che sperimentano attacchi di panico o episodi di depressione sono così spaventate che investono tutta la loro energia nel cercare di non ripetere quella brutta esperienza. Utilizza così una metafora: se remiamo contro la corrente, essa ci fa annegare. Se invece galleggiamo e ci facciamo trasportare pian piano essa ci porterà a riva. La pratica degli asana aiuta a contrastare la depressione provocata dall’ansia perché riduce gli ormoni da stress come il cortisolo e l’adrenalina, producendo la cosiddetta “risposta di rilassamento”. Questa risposta varia da individuo a individuo, ma se attivata permette una maggiore accettazione delle sensazioni che si provano che non vengono più rifiutate o sfuggite, ma affrontate con una variabile dose di serenità.
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Questa è la spiegazione scientifica che ho trovato navigando in internet, ma a me piace parlare in parole povere. Mi è piaciuta molto la metafora che hanno usato, perchè purtroppo è proprio così, chi prova situazioni destabilizzanti come un’attacco di panico o una costante sensazione d’ansia è portato a evitare il luogo o la situazione che può aver scatenato questa reazione.
Devo dire, per esperienza, che difficilmente quando si parla di attacchi di panico, depressione o stati d’ansia importanti , si può limitare ad un certo posto o situazione la causa, ma le cause sono dentro di noi. Mi spiego meglio: se rimango chiusa in un’ascensore e ho un’attacco di panico, questo è riconducibile ad un episodio di claustrofobia, e sarò portata per qualche tempo a evitare luoghi chiusi, magari per un pò non prenderò più gli ascensori, ma poi il mio sistema difensivo e la mia mente, elaborerà l’accaduto come un’evento isolato, attribuendo la mia ansia a quel singolo evento e riprenderò a spostarmi senza problemi. Se invece dopo un’evento del genere, non prenderò mai più l’ascensore, mi ci vorrà tanto tempo per elaborare e accettare la paura che ho provato ed eviterò ogni luogo chiuso che potrebbe farmi rivivere la stessa sensazione, allora stiamo parlando di problemi più intrinsechi dentro di noi, riconducibili a cause profonde, che l’episodio dell’ascensore non ha fatto altro che accentuare.
Una volta una persona mi disse:” Stai guardando la tua ansia dalla prospettiva sbagliata, lei non è la malattia ma il sintomo. Come il raffreddore è il sintomo di un’influenza, la tua ansia è il sintomo che il tuo corpo ti stà mandando per qualcosa che non và, può essere qualsiasi cosa, ma sta a te capirlo.
Ho provato molte strade per arrivare a capire cosa mi stavano dicendo il mio corpo e la mia mente, finchè ho incontrato lo yoga, nonostante pratichi da 12 anni è ancora molto difficile per me fermarmi e ascoltarmi, c’è tanto rumore dentro di me e molte cose che non ho ancora il coraggio di guardare in faccia e accettare, molte cose che ancora non so perdonarmi, e molte persone che ancora non so lasciare andare, ma ogni volta che mi metto sul tappetino e chiudo gli occhi ci provo, e ogni volta è un passo in più.
La prima cosa che mi ha insegnato lo yoga è stato respirare, sembra strano a dirlo ma fino ad allora non avevo mai respirato veramente ero un fascio di nervi contratti con un respiro alto e corto. Mi ricorderò sempre, la prima volta che mi sono data il permesso di respirare, ero in cucina, stavo lavando i piatti e avevo fatto qualche lezione di yoga dove mi era stato spiegato come fare per respirare davvero, ricordo che lasciare andare il mio addominale e permettere alla’aria di arrivare fino al diaframma è stata una fatica enorme, come una persona che si deve buttare da uno scivolo altissimo, poi piano piano ho lasciato andare e la mia pancia si è rilassata, l’aria è entrata dove da tempo non arrivava e la prima sensazione è stata di panico, ma invece di bloccare per la paura ho continuato a lasciare andare e ho finalmente ricominciato a respirare.
Praticando la disciplina dello yoga piano piano i miei attacchi di panico sono scomparsi, come accennato prima la mia strada è ancora lunga e i problemi da risolvere ancora molti, ma quando penso allo yoga e al perchè ho deciso di diventare insegnante, mi rispondo che lo yoga in qualche modo mi ha salvata, mi ha sicuramente cambiata, ha aperto cassetti della mia mente che altrimenti non avrei mai scovato e ha cambiato la mia visione della vita, e vorrei che chiunque ne abbia bisogno, possa provare tutto questo.
In conclusione lo yoga si, può aiutarti con ansia e depressione, ma devi essere disposta a guardarti dentro, a lasciarti andare, a fidarti del tuo corpo e delle tue emozioni, a fidarti di te stessa, e non c’è esperienza più bella.
Folli Silvia
“Scopri chi sei e non avere paura di esserlo”
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